CRONISTORIA DEL CFI

 

Volendo tracciare un breve percorso di rivisitazione storica,e limitando l’analisi anche solamente al periodo intercorso a partire dall’epoca della Rivoluzione in Francia,si è comunque in grado di rilevare l’esistenza di una matrice comune ai notariati italiano e francese,che hanno interagito nel corso dei secoli influenzandosi a vicenda e contribuendo alternativamente a delineare i tratti peculiari delle diverse figure notarili oggi operanti nei due stati. Tuttavia le differenze linguistiche e le specificità proprie dei due diversi Ordinamenti hanno ostacolato ed ostacolano tutt’ora il prodursi di una approfondita cognizione reciproca,dalla quale possano scaturire con chiarezza,attraverso un’attenta opera di comparazione,similitudini e differenze esistenti tra i due notariati. E’innegabile il quotidiano prodursi di una sorta di interazione passiva tra notai italiani e francesi,e ciò risulta del tutto ovvio se si tiene conto della condizione di stretta vicinanza in cui essi trovano ad operare;ma tale mero interagire,privo di organizzazione e scopi determinati,è inidoneo a creare la percezione di una identità comune tra i professionisti dei due Paesi. In questo senso,negli ultimi decenni,è stata invece determinante l’attiva e proficua collaborazione posta in essere nell’ambito del Comitato Franco-Italiano dei Notariati Ligure e Provenzale,organismo sorto dalla primaria esigenza,comunemente avvertita,di analizzare e migliorare,confrontandole,le due realtà professionali;ed infine,negli anni più recenti,di difendere ed esaltare le peculiarità proprie del notariato latino,in una difficile congiuntura nella quale è necessario affrontare i problemi derivanti da una imprescindibile richiesta di adeguamento alla nuova realtà europea.

L’attività preparatoria antecedente la costituzione del Comitato ha richiesto ben due anni di lavoro preventivo,condotto sulla base dell’iniziativa intrapresa dai Notai Morello,Baixin e di pochi altri professionisti di entrambe le parti. Molto interessante risulta,al riguardo,un articolo comparso sulla rivista “Il Notaro”,che viene qui riportato quasi integralmente in virtù della considerevole precisione e dovizia di particolari:“Sabato 5 aprile 1975 ha avuto luogo, presso la Chambre des Notaires di Nizza, l'incontro dei Notai di Liguria e di Provenza per la costituzione del Comitato proposto negli incontri avuti in occasione del XXI Congresso Nazionale del Notariato di Sanremo. Con la copresidenza dei Notai Max Baixin di Nizza e Aristotele Morello di Genova,erano presenti,per la Liguria,i Colleghi Bigliardi, Ciampi,Federici,Motta e Torrente, e,per la Provenza i Colleghi Aymès, Alarcon,Armengan,De Brescanvel,Giraud,Morel e Perret(…)si è pervenuti alle seguenti unanimi deliberazioni :

1) Denominazione definitiva:Comitato Franco-Italiano del notariato Ligure e Provenzale.
2) Fanno parte del Comitato,per la Francia,i Compartimenti:Alpes Maritimes,Bouche du Rhône,Haute Provence,Var;per l'ltalia,i Distretti:Alessandria,Acqui Terme e Tortona,Genova e Chiavari,Imperia e Sanremo,La Spezia e Massa,Savona.
3)Cadenza incontri:Gli incontri avranno luogo alternativamente nei due Stati,in un primo tempo -a livello Comitato ristretto- con cadenza trimestrale.In un secondo tempo con regolare cadenza semestrale,con frequenza estesa a tutti i Colleghi delle due regioni.
4)Il Comitato sarà composto di 15 membri per ognuna delle due regioni frontaliere. La presidenza del Comitato-dopo la co-presidenza provvisoria Baixin-Morello-verrà assunta,con rotazione semestrale,da un membro del Comitato della regione ospitante. Gli uffici di segreteria-a carattere continuativo-vengono composti come segue:per la Liguria,Notaio Luigi Ciampi di Genova,Segretario;Notaio Marcello Federici di La Spezia,Tesoriere. Per la Provenza: Notaio T.de Poulpiquet de Brescanvel di Nizza, Segretario;Notaio Jean Alarcon di Nizza,Tesoriere.
5)Oggetto del Comitato è la difesa comune degli interessi professionali attraverso l'analisi comparata dei due notariati. Si provvederà attraverso lo studio dei comuni temi giuridici, economici,finanziari,assistenziali,culturali,fiscali ed organizzativi.
6)Sedi del Comitato:Nizza,Chambre des Notaires des Alpes Maritimes,18 Rue des Congrès ;Genova,Consiglio Notarile di Genova,Via Nicolò Bacigalupo,4.”(…)

Ecco dunque delineati i tratti essenziali caratterizzanti il Comitato:composizione,sedi,incontri.Soprattutto l’Oggetto,definito in modo sintetico ma esaustivo,deve essere preso in considerazione in questa sede ove ci si propone di sottolineare l’importante funzione svolta dal Comitato in questi anni. L’ordine del giorno del successivo incontro dei membri del Comitato,fissato per il giugno 1975,sarebbe stato la proposta di due temi di interesse comune,la cui trattazione,affidata a relatori italiani e francesi,avrebbe avuto luogo in occasione del primo Convegno,tenutosi l’anno seguente. L’evento in questione,di cui si parlerà diffusamente in seguito,ha goduto di una certa risonanza;ne è la riprova un articolo comparso su “Il Giornale di Genova”,e datato 30 giugno 1976:Sabato prossimo i notai della Liguria e di Provenza si riuniranno per costituire solennemente il Comitato franco-italiano dei notariati ligure e provenzale.(…) Con la sua costituzione si scioglie un voto,espresso dai notai dei due paesi nel 1974,in occasione del ventunesimo congresso del notariato svoltosi a Sanremo,nell'intento di meglio operare nell'ambito della Comunità europea al servizio di una società che va profondamente modificandosi,e con il proposito di perfezionare la professione notarile nelle due regioni,che così profondi legami e interessi hanno in comune. La costituzione del comitato avrà luogo nel corso di una manifestazione che si terrà presso la sede del consiglio notarile di Genova,alla presenza delle autorità cittadine e nel corso della quale verrà letto il messaggio del notaio Raoul A.Moneta di Buenos Aires, presidente dell'unione internazionale del notariato latino. L'attività in comune dei due notariati prevede programmi culturali di scambio,la cui prima manifestazione sarà ispirata al tema,assai attuale oggi in Italia,della comunione legale tra coniugi negli ordinamenti francese e italiano”.

Il primo incontro,svoltosi il 3 e 4 luglio 1976,viene dunque ad occupare due giornate,la prima delle quali dedicata alla cerimonia della Costituzione del Comitato ed alla firma della Convenzione e degli Statuti.

E’ di seguito riportato un frammento tratto dal breve discorso di apertura tenuto dal notaio Gessaga in tale occasione:“Eccellenza,Autorità,Gentili Signore e Signori,Cari colleghi.Il Collegio dei Notai dei Distretti Notarili Riuniti di Genova e Chiavari ed il suo Consiglio Notarile,attraverso la mia persona,sono lieti di ospitare questa cerimonia che dà l’avvio alla costituzione del Comitato Franco-Italiano dei Notariati Ligure e Provenzale.(…)Questo Consiglio Notarile è lieto ed orgoglioso di annoverare anche questa cerimonia che segna la nascita di un Comitato che rappresenta il ritorno,in epoca moderna,di una collaborazione mai interrotta,che superando i confini,conferma la forza unica di questa nostra antichissima professione.I notai genovesi sono fieri di ospitare e di tenere a battesimo questo Comitato che certamente contribuirà nel tempo a rendere più stretti i rapporti dei Notariati dei due Paesi confinanti,la cui attività spirituale e culturale,prendendo vita dalla unica cultura latina,è foriera di risultati positivi nell’interesse della nostra professione,che nonostante l’evolversi di tempi ed eventi,è sempre la vecchia “Ars Notaria”. Il notaio Gessaga,allora Presidente del Consiglio Notarile di Genova e Chiavari,non manca di sottolineare,da un lato,l’affinità che lega i notariati italiano e francese in virtù del comune vissuto storico;dall’altro,i vantaggi derivanti dalla reciproca collaborazione.

Particolarmente interessante è poi il saluto della delegazione italiana,formulato nella medesima occasione dal notaio Aristotele Morello,all’epoca Consigliere Nazionale del Notariato e Presidente del Comitato per parte italiana:“(…)La cerimonia odierna, con la firma della convenzione e degli statuti, segna l'inizio di una collaborazione,da tanto tempo auspicata,fra due Notariati confinanti appartenenti a due Paesi che discendono da una medesima matrice e partecipano alla prestigiosa Unione Internazionale del Notariato Latino. Ma i due Notariati Ligure e Provenzale hanno qualcosa di più in comune che li unisce e li affratella.Essi discendono da un'unica stirpe,quella Ligure:come dice lo storico contemporaneo dell'impresa di Annibale(Polibio,le Storie,Libro II,16)«nella zona degli Appennini,dal principio della catena sopra Marsiglia,dove essa si congiunge con le Alpi,tanto nel versante rivolto verso il Mar Tirreno,quanto su quello rivolto alla pianura,risiedono i Liguri;lungo il mare essi giungono fino alla città di Pisa,la prima dell'Italia occidentale e nell'entroterra fino al territorio di Arezzo.» Lo storico greco tratta la cosa in generale,ma noi sappiamo da altre fonti certe che i liguri occupavano tutto il litorale e tirrenico dalla Camargue alla Garfagnana e tutte le Alpi e le Prealpi Occidentali,almeno dall'oltre Po pavese fino alla Savoia ed al Delfinato. Essi hanno la stessa matrice linguistica che diede origine alle lingue ligure e provenzale,che risentono delle molte influenze di popoli diversi,ma tanto al di qua,quanto al di là dei confini,raggiungono con i trovadori le più belle vette espressive. L’unione fra i due Notariati ha infine una matrice comune nel diritto romano,che dopo la caduta dell'impero,conserva e tramanda nella lex Visigothorum e nella lex Burgundiorum la continuità di quel Diritto che da Roma,per un arco di oltre un millennio, costituisce la medesima fonte di una comune normativa. I due Notariati sono perciò affini e al servizio di una stessa gente che ha comuni origini e vive di continue e quotidiane osmosi in stretti rapporti di traffici e di interessi che molto genericamente si riassumono nella parola «frontalieri». In un periodo di tempo nel quale le comunicazioni moderne hanno annullato il tempo e lo spazio,si avverte la necessità di conoscersi e di avvicinarsi.In questo caso utilità e necessità sono sinonimi di una medesima spinta,quella di una più stretta collaborazione.(…) La presenza di Autorità politiche,giudiziarie ed amministrative e di tanti Colleghi,dà alla costituzione di questo Comitato la solennità che la cerimonia richiede. Ma sarà la concreta operatività a dare al Comitato gli strumenti per la sua affermazione. Stringere rapporti di colleganza,conoscere vicendevolmente gli ordinamenti professionali,la disciplina del consorzio per l'esercizio di una medesima funzione,pur nelle caratteristiche proprie,studiare leggi ed ordinamenti che la qualificano e l'investono di responsabilità,unire la forza di ciascuna organizzazione per migliorarne essenza e scopi,assicurarne sempre il prestigio,sono compiti di questo Comitato(…). Saluto,nella persona del Collega Maître Max Baixin,la delegazione francese, fraternamente a noi qui unita nel segno che l'ideale presenza di una frontiera non divide ma unisce gli uomini dei due Notariati(…)”.

 

Costituzione e statuti

Italiano

Francese

L’Atto Costitutivo del Comitato,redatto ovviamente sia in italiano che in francese,riporta l’elenco completo dei fondatori per entrambe le parti,assegna ufficialmente la Copresidenza ai notai Baixin e Morello,ed il ruolo di Segretari permanenti ai notai Ciampi e Tanguy de Poulpiquet de Brescanvel;tra gli altri nomi,si può notare quello dell’Onorevole Micheli,all’epoca Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato. Tralasciando peraltro la citazione della lista completa di tutti i membri,è invece di grande interesse riportare alcune delle parti essenziali dell’Atto Costitutivo:“I Notai Francesi ed Italiani dei Notariati di Liguria e di Provenza,desiderosi di meglio operare nell’ambito della Comunità Europea al servizio dell’uomo del nostro tempo,nell’intento di perfezionare la professione notarile delle due regioni di Liguria e Provenza,oggi 3 luglio 1976,riuniti in Genova,nella sede del Consiglio Notarile,Convengono di costituire,come costituiscono,il Comitato Franco-Italiano dei Notariati Ligure e Provenzale(…)Scopo del Comitato è quello di promuovere la collaborazione culturale e l’informazione tecnica e scientifica fra i Notariati Italiano e Francese(…),di porre allo studio i relativi ordinamenti dal punto di vista giuridico,economico,culturale,organizzativo,fiscale ed assistenziale,nonché assicurare il miglioramento della professione attraverso l’analisi dei due ordinamenti e delle legislazioni dei due stati che interessano i rispettivi Notariati.” Parte integrante di questa convenzione è poi lo Statuto ad essa allegato,in cui,tra gli scopi del Comitato,si parla di “difendere comunitariamente gli interessi personali,attraverso le analisi comparate dei due notariati e la progettazione di norme comuni da presentare agli organi competenti.Sviluppare relazioni amichevoli fra i due notariati(…)”. Sarebbe eccessivo rimarcare ulteriormente l’importanza attribuita alla auspicata collaborazione tra i notai francesi ed italiani,senza la quale il Comitato non avrebbe potuto assumere,nel corso degli anni,quel ruolo di guida,di precursore,di strumento atto ad apportare benefici comuni,tanto desiderato nelle intenzioni dei fondatori. Lo Statuto prosegue elencando quelli che “Sono organi del Comitato:i Presidenti(uno per ciascuna zona di ciascuno Stato),il Consiglio Direttivo,i Segretari permanenti(uno per ciascuna zona di ciascuno Stato),gli Incaricati di Settore.(…) Il Consiglio Direttivo è composto:dai rappresentanti pro-tempore dei rispettivi Consigli Nazionali del Notariato;da almeno cinque o massimo nove notai italiani e da pari numero di notai francesi,che durano in carica circa un triennio.(…)Sono di competenza del Consiglio Direttivo:la nomina dei Presidenti che sono scelti fra i membri di ciascuna delegazione,dei Segretari permanenti e dei Tesorieri(uno per la Liguria ed uno per la Provenza)i quali restano in carica fino a revoca o dimissioni;(…)tutte le delibere relative al conseguimento degli scopi del Comitato.Il Consiglio Direttivo delibera a maggioranza dei presenti(…)”. Infine,e per concludere ,“tutte le cariche sono gratuite”. La durata del Comitato viene stabilita nello Statuto solo fino al 31 dicembre 2000,ma nonostante sia mancato,ad oggi,un rinnovo “ufficiale”,l’opera avviata nel 1976 non ha subito in questi ultimi anni alcuna interruzione,ed appare anzi estremamente proficua.

Una volta avvenuta la cerimonia di Costituzione,il giorno seguente,4 luglio 1976,viene dedicato all’analisi di un argomento di interesse comune,il primo affrontato dal “neonato Comitato”che,come riportato in un articolo comparso su “Il Giornale di Genova”in data 9 luglio 1976,“ha esordito a Sestri Levante col suo primo convegno di studio sul tema «L'amministrazione della comunione legale fra coniugi negli ordinamenti francese e italiano».

Nel giugno del 1977 il Consiglio Regionale dei Notai della Corte d’Aix en Provence e la delegazione francese del Comitato sono liete di invitare i notai italiani ad Avignone,e precisamente a Palazzo dei Papi,“à l’occasion du Premier anniversaire de la constitution du Comité Franco-Italien des Notariats Liguro-Provençal”.

Il discorso di apertura tenuto in occasione di questo incontro è quanto mai vivace e ricco di sagacia:“Eccoci qui riuniti,Notai di Liguria e di Provenza, Notai di Francia e d'Italia in questa splendida città cui la storia ha riservato un così mirabile destino. In questa città,già romana tre secoli prima di Cristo sotto il nome di Avennio,fiorente centro della Gallia Narbonese e divenuta la "Seconda Roma" durante la permanenza del Papato nel XIV Secolo(…)e ancora oggi dall'aspetto architettonico unico,corre alla mente di tutti noi il nome di Francesco Petrarca(…)qui vissuto a lungo nelle liete brigate giovanili,figlio del Notaio Ser Petracco(…). Eccoci qui riuniti fra le mura possenti di questo castello, metà fortezza e metà dimora,per la cui costruzione occorse la potenza e la vita di ben tre Papi(Benedetto XII,Clemente VI,Innocenzo VI), riportato oggi alla sua primitiva bellezza dalla caparbia volontà dei francesi.E qui,in questa sala che ci accoglie,non è difficile immaginare la presenza,sette secoli orsono,di due grandi spiriti,ilPetrarca appunto e Cola di Rienzo,lui pure Notaio(quasi tutti i grandi uomini sono Notai o figli di Notai..)tutti presi a ragionare assieme e comunicarsi i loro pensieri;li immaginiamo parlare di Roma e,mentre la turba “Al vil guadagno intesa” trascorre rumorosa e mentre passa qualche vescovo o qualche cardinale,essi soli,cupi e concitati,parlano delle loro grandi speranze e dei loro sogni universalistici.(…)E in questo spirito,con queste rimembranze affrescate dal Senese Matteo Giovanetti(Giobbe e Salomone)formulo voti per la migliore riuscita del nostro incontro e ripeto,comme disait Jean Pierre de Beranger dans le 1818:"Peuples,formons une sainte alliance et donnons-nous la main". I temi affrontati ad Avignone,naturalmente con relazioni esposte in entrambe le lingue,riguardavano:il divorzio e la condizione giuridica del minore in Italia ed in Francia;la gestione ed il costo di uno studio notarile in Italia. E’ interessante notare come,in aggiunta al già ricco programma di visite culturali e svaghi offerti ai partecipanti,gli organizzatori di questi primi Convegni abbiano spesso previsto un margine di tempo da dedicare alla celebrazione della S.Messa;il dato rappresenta con certezza una ulteriore riprova della profonda comunione,anche spirituale,che unisce Italia e Francia.

Ma per meglio comprendere la serietà di intenti e la grande capacità e competenza che contraddistinguono il lavoro svolto,di anno in anno,dai membri del Comitato e dai relatori,è opportuno almeno entrare nel merito di alcuni tra gli argomenti trattati;in tal senso è estremamente interessante il tema di studio affrontato nel 1978 in occasione del Congresso di Lerici,dedicato alla“funzione notarile e le sue prospettive”.

Vengono qui riportati due significativi interventi in cui i relatori delineano con chiarezza i tratti qualificanti le figure notarili italiana e francese;il primo tra questi si riferisce all’Italia,illustrando come“(…)il notariato italiano è tutt'ora regolato dalla legge del 1913,e dal successivo regolamento di attuazione del 1914,con modifiche ed integrazioni del 1926 e del 1937.Fin dal 1928 il Parlamento ha avvertito la necessità di provvedere alla coordinazione ed al rinnovamento della nostra normativa,ma, fino ad oggi,siamo sempre in fiduciosa attesa di una nuova legge organica che risponda alle esigenze di un notariato moderno,attento alle richieste della società nella quale opera e proiettato verso le istanze dell'avvenire. I vari progetti presentati negli ultimi decenni sono stati travolti da valanghe di critiche e si sono esauriti.” Emerge qui chiaramente l’istanza,fortemente avvertita dai notai italiani fin dai primi anni successivi all’entrata in vigore della Legge Notarile,ad ottenere una nuova riforma finalmente diretta ad ottimizzare lo svolgimento della professione. L’analisi compiuta dal relatore prosegue,evidenziando come “(…)per ricercare gli elementi essenziali della nostra funzione, occorre ancora riferirsi alla legge del 1913 la quale stabilisce:

-all'art.1:I Notai sono ufficiali pubblici istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà,attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito,rilasciarne le copie,i certificati e gli estratti.Segue un elenco di attribuzioni specifiche.
-all'art.27:Il Notaio è obbligato a prestare il suo ministero ogni volta che ne è richiesto.
-all'art.28:Il Notaio non può ricevere atti se essi sono espressamente proibiti dalla legge o manifestamente contrari al buon costume o all'ordine pubblico.
-all'art.47,ultimo comma:Spetta al Notaio soltanto di indagare la volontà delle parti e dirigere personalmente la compilazione integrale dell’atto.

Da questi elementi scaturisce -in dettaglio -la funzione esclusiva che spetta al Notaio quando è richiesto di ricevere un atto pubblico. Primo compito è quello di indagare sulla volontà delle parti. Secondo: interpretare la volontà delle parti. Successivamente:controllare che la volontà,libera ed autonoma,si manifesti in conformità ai principi inderogabili dell'ordinamento. Trasformare poi la volontà contrattuale in parola scritta che abbia un significato giuridico semplice, chiaro ed incontrovertibile. Conseguentemente redigere il documento nella forma giuridica corretta ed idonea a conseguire il fine che le parti intendono perseguire. Adeguare la volontà delle parti al sistema economico, giuridico e sociale affinché tale volontà possa avere esecuzione nell'ordinamento giuridico e tutela dall’ordinamento stesso. Attribuire agli atti ricevuti pubblica fede,sia per l’utilità delle parti,sia per l'interesse dei terzi e della intera comunità nella quale l'atto volitivo o la manifestazione di scienza devono estrinsecarsi,provvedendo così a soddisfare l'ansia di sicurezza del cittadino. Se ai compiti sopra elencati si aggiunge la autonomia professionale del Notaio che si manifesta con la indipendenza anche economica dallo Stato e con la responsabilità personale e patrimoniale,abbiamo a disposizione molti elementi per valutare quale sia,allo stato attuale della legislazione,la complessità della funzione notarile. Alla duplice condizione originaria di professionista privato, liberamente scelto dalle parti e di pubblico ufficiale che attribuisce fede pubblica all'atto da lui ricevuto assicurando la certezza ai diritti dei singoli ed ai rapporti fra di loro e l'ordinamento,la legislazione seguita alla rivoluzione francese ha portato elementi nuovi e,dalla fusione,è sorta una figura di Notaio più moderna ed in continua evoluzione. Mi riferisco alla funzione giurisdizionale che spetta al Notaio quale ministro della pace giuridica;mi riferisco alla esclusività della funzione;mi riferisco alla funzione di adeguamento ed alla conseguente necessità di adattare e seguire costantemente l'evolversi della realtà giuridica,sociale,economica e di costume. Mi riferisco alla funzione di perito e di giudice e -in genere-all'elemento pubblicistico che si va manifestando con i vari obblighi posti a carico del Notaio.” Ecco dunque un riepilogo esauriente,ancorché sintetico,delle funzioni e prerogative riservate alla figura notarile in Italia;il relatore,non privo di una certa lungimiranza,prosegue illustrandoil percorso di evoluzione del notariato,quale veniva delineandosi in quegli anni: “Orbene,alla qualifica di pubblico ufficiale non sembra possa più ormai solamente darsi il significato che il Notaio attribuisce pubblica fede a ciò che dichiara di vedere e di udire alla sua presenza. Ferma ed incrollabile restando tale funzione, sembra possa oggi parlarsi di una pubblica funzione socialmente più rilevante e cioè di custode della legge e di obbligato alla tutela dell'ordinamento giuridico che la comunità si è dato. La mirabile sintesi del Carnelutti,venticinque anni fa,aveva esaminato:

-Il Notaio come documentatore della volontà delle parti e delle dichiarazioni di scienza;
-Il Notaio come interprete;
-Il Notaio in funzione antiprocessuale nel senso che quanto più vi è consiglio,consapevolezza,cultura e prudenza nel Notaio, tanto meno esiste possibilità di lite;
-Il Notaio considerato come uomo di buon senso e di buona fede talché si richiede al Notaio senso del bene e fede nel bene.Tutti questi elementi non sembrano oggi esaurire la complessità della funzione come si è venuta evolvendo e quale si ha ragione di ritenere che apparirà nel prossimo futuro.

E' ormai pacifico che il mondo-almeno il mondo occidentale-si muove verso forme di maggiore dirigismo da parte della autorità statale.Oggi si va assistendo ad interventi del potere legislativo e delle pubbliche amministrazioni in materie che fino a pochianni or sono erano riservate esclusivamente alla autonomia privata;ciò viene motivato con la necessità di una maggiore tutela dell'interesse collettivo. E' peraltro altrettanto evidente che le amministrazioni non sono preparate ad assumere tutte le nuove funzioni che vengono loro rovesciate addosso da una legislazione che tende ad ingerirsi sempre più nella vita sociale ed economica del singolo cittadino e della comunità(…).Stando così le cose,si registra la tendenza dello stato a delegare ai Notai-ausiliari giuridici di diritto privato-nuove funzioni che sarebbero proprie della pubblica Amministrazione(…). I Notai,e come singoli e come istituzione,si sono dimostrati attenti e preparati,aperti e sensibili alla nuova realtà giuridica,economica e sociale in piena evoluzione.(…) Le nuove formule,i nuovi strumenti,sono stati,in brevissimo tempo,letteralmente inventati;la nuova normativa è stata assimilata in maniera che,in meno di due anni,venti milioni di famiglie italiane hanno trovato nel Notaio un consigliere sicuro,attento,preparato e preciso per dirimere ogni perplessità e decidere con scienza e coscienza la scelta del proprio stato patrimoniale-coniugale.(…)” Ci si riferisce in particolare alla riforma italiana del diritto di famiglia,ed al lavoro svolto dal notariato in tale occasione:convegni,seminari di studio,dibattiti che hanno consentito di recepire ed attuare la più recente normativa con“immediatezza e determinazione”. Il relatore focalizza ulteriormente la propria attenzione sul “notariato moderno,che comprende nel suo seno una maggioranza di giovani valorosi ed un numero in continuo aumento di donne Notaio-apportatrici di equilibrio e di adeguamento alla realtà”,il quale “ha dimostrato di essere pronto alla evoluzione nel contesto della società nella quale opera.” Viene peraltro manifestata qualche perplessità in relazione ai futuri sviluppi del progetto governativo per la riforma del notariato,dato che “da una parte si manifesta una posizione più ferma la quale esclude che il Notaio debba controllare se l'attività economica delle parti sia conforme all'interesse sociale(…).Dall'altro lato della barricata,se cosi si può dire,si presenta un ventaglio di posizioni che(…)vanno,sul piano ideologico,da un riformismo evolutivo con varie sfumature,fino alla negazione del Notaio quale libero professionista,ed alla previsione della scomparsa degli interessi economici privati.” In attesa di pervenire a risultati tangibili sul piano normativo,e coerentemente agli scopi che il Comitato si era riproposto di realizzare,il relatore si dimostra propositivo,elencando una serie di proposte finalizzate a rafforzare la classe notarile al proprio interno:(…)sottopongo alla Vostra attenzione alcune prospettive pratiche, per l' adeguamento della nostra funzione alla realtà del mondo moderno:(…)tendere allo sviluppo delle associazioni fra Notai per favorire, tra l'altro,una competenza legale sempre più vasta e completa a disposizione del cittadino. Assunzione,da parte della classe,di una maggiore coscienza sindacale per eliminare eventuali residui di mentalità corporativa e per disporre di uno strumento che possa presentarsi come valido interlocutore per la tutela degli interessi collettivi. (…) Ho accennato solo a qualche esempio di ciò che potrebbe essere attuato nella pratica per favorire l'esercizio della nostra funzione nel contesto sociale nel quale siamo chiamati ad operare.(…) Concludo questa brevissima relazione su un argomento talmente ampio ed elevato,arduo ed inesauribile,rinnovando la mia fiducia nella nostra funzione di tramite necessario ed insostituibile fra il cittadino,la collettività ed i pubblici poteri e riaffermando la mia assoluta convinzione nel millenario divenire del Notariato e nella sua capacità di rinnovamento.”

Il secondo intervento viene riportato in lingua originale,essendo il testo di facile comprensione;seppure in linea con quanto già esposto per l’Italia,questo scritto tratta ovviamente del notariato francese. Il relatore esordisce in maniera diretta ed essenziale:“Qu'entend-on par fonction notariale?Si l'on s'en tient à l'article Premier de l'0rdonnance du 2 Novembre 1945 portant statut du notariat français,l’Etat établit des officiers publics dénommés «notaires» à qui il confie la charge de recevoir et de conserver tous les actes et contrats auxquels les parties doivent ou veulent donner le caractère d'authenticité. Le Notaire a donc une fonction officielle dans l'Etat:l'établissement d'actes et contrats revêtus de l'autorité de la puissance publique. Il est titulaire d'un Office et non un fonctionnaire:la délégation reçue de l’Etat acquieit un caractère attaché à sa personne;choisi par l'Etat pour être son délégataire dans un domaine déterminé,le notaire devient,par le fait même,propriétaire de son titre,de son office et conserve donc,contrairement au fonctionnaire,son indépendance.De là,provient la notion que le notaire exerce une profession libérale.” Il notaio in Francia riveste dunque il ruolo di un ufficiale pubblico,incaricato di ricevere e conservare tutti quegli atti ai quali le parti intendono conferire il carattere dell’autenticità.Egli è titolare del proprio titolo e del proprio Studio,caratteristiche che lo diversificano dal semplice funzionario,qualificandolo come un professionista indipendente. Nul ne conteste la délégation de la puissance publique reçue par le Notaire.Mais l'étendre de cette delegation est plus discutée. D'aucuns limitent le rôle d’officier public du Notaire à la simple reception des actes et à la vérification de leur forme,restreignant ainsi l'authenticité à une simple legalisation. De nombreux autres ajoutent à l'authentification,fonction officiel1e du notaire,le droit,en raison de sa compétence professionnelle,et non en raison de sa fonction,de conseiller les parties,au même titre que d’autres juristes. Quelques uns,enfin,considèrent,semble-t-il avec raison,que la définition contenue au statut du notariat,doit être replacée dans le contexte plus général du rÔle de l'Etat dans la vie du citoyen:ils estiment que l'officier public a reçu mission d'apporter à tous les « sujets de droits »qui « s'adresseront à lui,le service public de la « magistrature de l'ordre amiable ».Cette magistrature est la fonction de conseiller les sujets de droits,de faciliter leurs accords et d'en assurer une conclusion équitable et légale, consacrée par l'autorité attachée au sceau de l’Etat.” Ci si sofferma qui ad analizzare alcune tra le diverse opinioni in merito alle funzioni proprie dell’ufficio notarile;alcuni ritengono che il notaio debba svolgere semplicemente un ruolo di legalizzazione degli atti,altri gli attribuiscono anche il compito di consigliare le parti dal punto di vista legale. Infine,vi è chi estende questa funzione di consulenza ben oltre i limiti del solo parere giuridico,attribuendo al notaio un vero e proprio ruolo di consigliere,promotore dell’accordo e della legalità. Ma il relatore prosegue,chiedendosi:“La fonction notariale ainsi entendue,est-elle un service public?Les juristes modernes définissent un Service Public comme un organisme institué et aménagé par l'Etat en vue de la satisfaction des besoins légitimes de la population. Ils distinguent deux catégories de services publics qui se différencient selon la nature des rapports qui s'établissent entre l'Etat et les particuliers dans le fonctionnement du service. A la première catégorie,appartiennent les services publics qui exercent une fonction de règlementation,tels la Sécurité,la Salubrité,la Planification. La seconde catégorie,plus diversifiée,englobe tous les services par lesquls l'Etat exerce une fonction de prestations. Dans cette catégorie,l'Etat peut se trouver en concurrence avec des organismes nés de l'initiative privée et offrant des prestations similaires -mais il s'en distingue,à la fois par le caractère fondamentalement désintéressé,même s'il est rémunéré,du service rendu,et par les garanties de sécurité et de moralité dont l'Etat contrôle la permanence.Le particulier pourra,à son gré,choisir de devenir un usager du service public de prestations et bénéficier ainsi,sans dépense supplémentaire,des garanties offertes par l'Etat; au contraire,ce même particulier pourra préférer consulter seulement, à ses frais,risques et perils,des organismes privés;seules quelques exceptions,tenant à l'importance donnée par l'Etat à certains actes, en réservent le privilège au service public. La fonction notariale offre indiscutablement un ensemble cohérent de prestations dans le domaine des rapports de droit privé,depuis les conseils préalables à l'avant-contrat jusqu'à la délivrance des instruments nécessaires à l'exécution des obligations nées des contrats dont elle a assuré la rédaction. Le client peut,le plus souvent,choisir entre les services du notaire et ceux d'autres prestataires privés. Vi sono dunque due tipi di servizi pubblici,il primo dei quali attinente alla regolamentazione,in tutte le sue forme;il secondo invece ingloba l’insieme delle prestazioni di servizi,in cui lo Stato si trova a dover affrontare la concorrenza esercitata dai privati.Il vantaggio offerto dal servizio pubblico risiede innanzitutto nelcarattere “disinteressato”della prestazione,ed in secondo luogo nelle garanzie di moralità e certezza offerte dallo Stato.Riferendosi più specificamente alla funzione notarile,il relatore afferma che“puisque la fonction notariale est un service public de prestations,elle doit à la fois apporter :à ceux qui en usent,toutes les garanties qu'ils sont en droit d'attendre de l'Etat;à ceux qui en sont les agents,toutes les assurances de pouvoir exercer leur activité dans la sécurité et la dignité. Le Notaire,chargé du service public de la fonction notariale,doit apporter à l'usager,qui deviendra,s’il est satisfait,un client,la securité d'une totale efficacité et d’une parfaite moralité. Le notaire doit d’abord être efficace-pouvoir partout repondre au service demandé-y repondre utilement. L'efficacité suppose donc Presénce et Compétence.(…) L'efficacité est necessaire mais insuffisante pour recevoir délégation de la puissance publique:il faut faire également preuve d'une parfaite moralité. Le niveau de moralité attendu du notaire exige des qualités individuel1es et col1ectives. La moralité indviduel1e du notaire résulte,en premier lieu,des conditions qui ont présidé à son recrutement et dont on a précédemment mesuré la severité.(…) Enfin,la moralité individuelle du notaire a,pour protection et stimulant,l'écrasante responsabilité que la Loi et la Jurisprudence font peser sur lui.(…) L'efficacité et la moralité des Notaires assurent donc la sécurité des « sujets de droits » qui s'adressent au service public de la fonction notariale.” Il notaio,in quanto titolare di una funzione pubblica,è tenuto a fornire ai propri clienti le più ampie garanzie di moralità, sicurezza e competenza.Ma “corrélativement,les Notaires doivent recevoir de l'Etat les garanties leur permettant de remplir honorablement leurs fonctions.(…) La protection du Notaire doit être assurée par l'Etat,de la même manière que ce dernier assure la protection de tous les agents da ses services publics.Mais cette protection serait inutile si elle n'avait pour corollaire l'Indépendance du Notaire qui doit être non seulement politique mais financière. Le notaire ne doit pas être à la merci de l'autorité publique.Appelé à conseiller les parties,à leur expliquer et commenter les textes législatifs ct règlementaires,à les appliquer dans le cadre de la volonté de ces mêmes parties,il ne saurait être un agent d’exécution subalterne du pouvoir central.Il doitdemeurer à l’abri des changements et des pressions politiques et économiques.(…) Enfin,une saine rémunération est la condition fondamentale d’un scrvice public libéré de soucis matériels et assuré par dès hommes compétents et intègres.(…)” L’accento viene posto sulle condizioni ritenute indispensabili affinché il notaio possa svolgere la propria funzione con la massima integrità e correttezza:l’indipendenza da qualsiasi pressione politica ed una adeguata remunerazione. “Conclusion:la fonction notariale existe depuis des millénaires.Ses structures ont évolué et certains ont pu penser que les changements de notre temps avaient sonné le glas de son existence. En réalité,le Notaire est,plus que jamais,indispensable. Dans un monde agité,en proie aux luttes féroces des intérêts privés ou des evendications catégorielles,à une époque où chaque spécialiste se croit nécessaire au progrès,le Notaire,généraliste du Droit Privé,délégataire de la puissance publique,doit être l'image de la Compétence et de l'Indépendance mises au service du bien public. Différent des autres mais vivant parmi eux,praticien privilégée du droit positif,il doit assurer le service public de l'authenticité et du sonseil,sûr de la confiance et du soitien de l'Etat.” L’intervento,di ampio respiro,si conclude con una serie di riferimenti allo storico ed indispensabile ruolo rivestito dalla figura notarile in Francia.

L’opera svolta dal Comitato prosegue,e nel 1979 si svolge ad Arles il quarto Congresso;esso è incentrato su varie tematiche,che vengono qui riportate a dimostrazione della grande varietà e complessità degli argomenti prescelti per la trattazione nell’ambito degli studi condotti sotto l’egida del Comitato. Il « programme des travaux »stilato in occasione del Congresso di Arles, dedicato alla “Legislazione urbanistica con particolare riguardo alle responsabilità del notaio” è dunque il seguente:

-thème général sur la législation d’urbanisme en France et en Italie,et responsabilité du notaire,avec incidence en droit civil,administratif et pénal.
-L’aménagement du territoire selon la législation Italienne et Française,et la liberté contractuelle.
-Le permis de construire,la publicité et sa transmissibilité.
-Les infractions à la loi et ses sanctions.

Non potendo peraltro in questa sede approfondire la cognizione dei temi trattati durante lo svolgimento di ogni singolo Congresso,è opportuno compiere svariati passi in avanti,fino a giungere all’ottobre del 1988;in tale data,come riportato sul Notiziario del Consiglio Nazionale del Notariato n.10/1988,“ Il Comitato Franco Italiano del Notariato Ligure eProvenzale(…)ha organizzato un Convegno di studio avente per oggetto «Fiducia e Trust-Dottrina e prassi a confronto » a Santa Margherita Ligure(…).
L’incontro di studio si è proposto di confrontare l’esperienza francese e quella italiana sul tema della fiducia.Si tratta di un settore che ha registrato,specialmente negli ultimi anni,una notevole evoluzione nella prassi(…).
Il processo considerato ha già indotto una parte della dottrina,in Italia e in Francia,a rivisitare le teorie tradizionali sul negozio fiduciario,con punti di contatto sempre più frequenti anche con i sistemi di common law(trust,ecc.)tanto da far dire a taluni che ormai vi è un sistema di trust anche nei paesi a tradizione romanistica.(…)Hanno partecipato all’incontro di studio oltre centosessanta persone fra cui numerosi professori universitari ed oltre quaranta Notai dei due Paesi. (…)Sotto la presidenza del Prof.Rodolfo Sacco hanno esposto le loro relazioni i Professori Michel Grimaldi,Camille Spinosi,Mario Bessone,Vittorio Affemi,Pier Giusto Jaeger,Michele Graziadei ed Umberto Morello.(…)” Come si può notare i convegni organizzati dal Comitato vantano anche la partecipazione di numerosi ed illustri personaggi accademici,spesso estranei alla professione notarile.

Nel 1990 il Comitato propone un nuovo Congresso,avente ad oggetto “Le successioni in Italia e in Francia”;il discorso di apertura,di cui viene di seguito riportato un breve estratto,è tenuto dai due Copresidenti,i notai Ciampi ed Armengau. “Autorità,Signore,Cari Colleghi.Promuovere la collaborazione culturale e porre allo studio gli ordinamenti dei due paesi frontalieri è stato fin dalla nostra costituzione il nostro massimo impegno. Oggi più che mai,l’ansia di conoscenza che è propria di questo tempo fra tutti gli organismi e fra tutti gli operatori anche del diritto in vista dell’unificazione europea,ci spinge a conoscere e comparare i sistemi giuridici dei due paesi. (…)noi insistiamo nel riconoscere nel Diritto romano,forte di duemilacinquecento anni di esperienza e nel Code Napoleon che ne è derivato,il sistema giuridico europeo che ci dovrà assistere nel futuro;pertanto insistiamo nel comune lavoro di conoscenza e di affinamento dei nostri ordinamenti.”

Il notaio Ciampi prosegue nel proprio discorso,ed introduce anche il tema oggetto del successivo Congresso:“Ho il piacere di comunicarvi che il Direttivo del Comitato ha stabilito la sede per il Convegno del prossimo anno. Sarà Nizza,e l’argomento dei lavori sarà(…)« Studi comparativi dei notariati francese ed italiano di fronte all’ora dell’Europa;differenze e prospettive.» Come potete constatare il Comitato si attiene ad argomenti pratici,che possano essere di utilità ai notariati dei due paesi(…).” In linea con quanto anticipato ad Alassio nell’ottobre del 1990,il Congresso tenutosi a Nizza nel 1991 è intitolato“I notariati francese ed italiano di fronte al processo di unificazione europea:problemi e scelte”.

Di grande interesserisulta la relazione tenuta in tale occasione da Federico Guasti,che viene qui riportata quasi per intero nella versione proposta da“Rivista del Notariato”. Il relatore enuclea alcune tra le caratteristiche salienti delle figure notarili francese ed italiana,ed analizza approfonditamente le diverse modalità di approccio messe in atto dai due notariati nei confronti della nuova realtà europea. La evidente lungimiranza racchiusa nelle considerazioni di F.Guasti,le acute e costruttive critiche mosse alle realtà dei notariati sia francese che italiano giustificano la rilevanzache viene qui attribuita all’intervento di tale relatore. “Il notariato,per lo meno a livello dei vertici della propria organizzazione di categoria,è certamente stato tra le prime professioni che si sono poste il problema di quali riflessi avrebbe portato nel proprio ambito il processo di unificazione europea. (…)Analizzando le caratteristiche del notariato si nota che la nostra professione è basata su una serie di principi che vanno esattamente nel senso opposto a quelli sui quali si sta costruendo la Comunità Europea:

-il numero chiuso per l'accesso;quindi una professione che non è aperta a tutti coloro che sono potenzialmente idonei,ma solo a coloro che sono in grado di aggiudicarsi una sede(…);
-il monopolio della funzione, con riguardo al territorio di competenza;
-la non libertà di stabilimento sul territorio,neppure di uno stesso Stato,principio che è conseguenza del precedente;
-la regolamentazione nazionale minuziosa delle procedure e di tutta l'attività notarile,con conseguenti controlli e ispezioni da parte della Pubblica Amministrazione;
-la tariffa fissa e quindi divieto di una concorrenza basata sul costo del servizio.

In sostanza il notaio esercita la sua professione in un ambito territorialmente ristretto,con modalità minuziosamente controllate, a costi prefissati,quando gli obiettivi della CEE sono,al contrario,la concorrenza senza confini,la deregolamentazione amministrativa nell'ambito di un processo di eliminazione di vincoli indiretti e di armonizzazione delle procedure. Queste semplici osservazioni iniziali dimostrano come, giustamente, il notariato debba interrogarsi sul suo destino in una Europa che cambia e,come dimostra lo sviluppo del processo di integrazione di questi ultimi anni, cambia con ritmo progressivamente accelerato. Ma occorre che questa coscienza che già esiste a livello collettivo,si concreti in comportamenti responsabili e previdenti a livello individuale.Ciascuno di noi deve,in parte,mutare il proprio modo di pensare o di agire in campo professionale. I notai francesi ed i notai italiani si presentano all'appuntamento con l'Europa con caratteristiche parzialmente diverse;è noto infatti che l'esercizio della professione in Francia ed in Italia è simile ma non uguale. Oltre a tutti gli aspetti comuni del notariato francese ed italiano,che sono:la pubblica funzione,l'obbligo di residenza,il dovere di consigliare le parti,l'indipendenza dalla Pubblica Amministrazione, la responsabilità personale,la tariffa obbligatoria,l'essere ausiliario dello Stato nella percezione delle imposte sugli atti, l'imparzialità rispetto ai contraenti e l' organizzazione territoriale in collegi e a livello nazionale in un unico organo centrale che ne custodisce la deontologia,vi sono tuttavia alcuni importanti aspetti che differenziano i nostri due notariati. Nell'ambito della CEE il notariato italiano è più simile a quello germanico e spagnolo che non a quello francese e belga.Con una forte semplificazione si potrebbe dire che il notaio in Italia opera con una mentalità più vicina a quella del magistrato, mentre in Francia ha una mentalità più vicina al mondo degli affari e in particolare al settore immobiliare e della gestione del patrimonio. Il notaio francese,secondo la legge del 25 Ventoso Anno XI modificata dall'ordinanza 2 novembre 1945,è « un pubblico ufficiale istituito per ricevere atti e contratti ai quali le parti debbono e vogliono dare il carattere di autenticità proprio degli atti della autorità pubblica,per assicurarne la data,conservarne il deposito,rilasciarne copie esecutive ed autentiche ». La definizione è pressoché uguale a quella della legge notarile italiana del 16 febbraio 1913, n.89. Entrambe le nostre leggi notarili hanno infatti un'origine comune nella citata legge Ventoso del 1803,ma l' esercizio della professione notarile,soprattutto in tempi più recenti,si è evoluto come accennavo in modo differente nei nostri due Paesi. Con riguardo alla competenza,osservo che il notariato francese de- dica la maggiore sua attività ai trasferimenti immobiliari,sia a titolo oneroso che gratuito,alle divisioni,alle ipoteche e ai contratti derivanti dal diritto di famiglia alle successioni. Inoltre,una parte rilevante dell'attività riguarda anche la negoziazione e la gestione degli immobili e la gestione di denaro dei clienti relativo ad atti da lui rogati,ecc. Il notaio italiano,di regola,non interviene nella fase preliminare della negoziazione immobiliare della quale cura soprattutto gli aspetti giuridici,la formalizzazione degli atti e adempimenti relativi,e non gestisce denaro per conto dei clienti.Ha invece acquisito e mantiene un ruolo importante in materia societaria. (…)Ampia è anche l'attività nel settore della volontaria giurisdizione(…). Ho accennato all'inizio che la nostra professione si basa su norme di antica origine che sono in contrasto con i principi sui quali si sta costruendo l'Europa comunitaria(…).Vediamo come si presentano oggi, alla vigilia, i notariati francese e italiano e quali sono le loro scelte per non farsi cogliere impreparati. Come già detto,nonostante le radici comuni,i notariati francese e italiano si sono sviluppati in modo molto diverso. Se mi è concessa una semplificazione concettuale e quindi con i limiti di tutte le semplificazioni,potremmo dire che,mentre per il notaio francese il centro di attenzione è la sfera dei rapporti fra i privati,come dimostra il suo coinvolgimento nel diritto degli affari nel cui ambito porta il suo contributo di legalità e di autenticità,il notaio italiano,invece,spesso non per sua scelta,tende ad adattare i rapporti tra privati alle necessità imposte dalla legge e cioè a far rientrare la libertà contrattuale in schemi,forme e formule volute dal legislatore,per motivi fiscali,di interesse pubblico o di ordine pubblico.Sempre più spesso inoltre il notaio italiano è costretto a surrogarsi a funzioni che lo Stato non riesce ad adempiere(…).Insomma, se il notaio francese è più un ausilio per il privato,il notaio italiano tende sempre di più a diventare un ausilio per lo Stato.Il notaio francese è più professionista,il notaio italiano è più istituzione,in quanto il primo opera in un sistema giuridico più elastico e meno formalistico ed il secondo in un sistema più rigido. Una dimostrazione di ciò è l'evoluzione della normativa sul notariato in Francia,con l'introduzione,oltre vent'anni fa,della società di notai(…)Un notariato che si spinge molto nel diritto degli affari,nella fase della contrattazione immobiliare o nella gestione degli interessi patrimoniali dei clienti,svolge sì una funzione utile in un contesto economico circoscritto che ha proprie tradizioni(…).E,almeno in un primo tempo,questa è parsa essere la scelta del notariato francese come via di evoluzione di fronte al processo di integrazione europea:difendere cioè il proprio spazio e la propria funzione attraverso una accentuata specializzazione nei campi di sua competenza tradizionale per poter competere con i nuovi consulenti di tipo anglosassone che sarebbero comparsi con il mercato unico delle professioni.Ma(…)quella strada pare insufficiente a giustificare la necessità di un notariato latino come è oggi con tutte le sue caratteristiche,o forse anche privilegi e la sua diversità rispetto ai giuristi anglosassoni. Si deve sicuramente però riconoscere al notariato francese il merito di essersi posto per tempo il problema e di aver programmato la propria evoluzione. Diverso il destino del notariato italiano, troppo concentrato nei suoi problemi interni con un organismo centrale relativamente debolee meno reattivo ai probabili cambiamenti imposti dalla CEE e quasi viziato da un immobilismo legislativo nei suoi confronti,che per decenni ha bloccato tutti i progetti di riforma dell'ordinamento del notariato. Credo che il notariato francese e quello italiano,così come gli altri notariati in Europa,debbano darsi una strategia comune,debbano evolvere in senso univoco e fare le stesse scelte.Sempre semplificando,direi che il notariato francese e il notariato italiano debbono evolvere in modo convergente,imparare l'uno dall'altro:il notaio francese deve tendere ad assomigliare di più al notaio italiano abbandonando alcune funzioni,quale ad esempio la mediazione immobiliare e negli affari,che sono severamente vietate ad altri notariati europei come l'italiano,il germanico e lo spagnolo,ed accentuare la sua caratteristica di imparzialità e mirare a recuperare la sua funzione di garante della legalità e dell'autenticità negli atti relativi alle società. Dal canto suo,il notariato italiano deve imparare dal notariato francese la strada della specializzazione,che in Francia è facilitata dalla grande diffusione di società professionali,dell'organizzazione amministrativa della professione sul territorio a tutti i livelli,centrale e periferico,con la creazione dei centri regionali di formazione professionale,che sono cosa diversa dalle scuole di notariato,dell'organizzazione di strutture comuni al servizio non solo dei notai ma di tutta la collettività,come i servizi specializzati del Cridon e le giornate di consulenza pubblica;curare di più l'immagine della professione e la comunicazione con il pubblico. I nostri due notariati per esempio hanno dimostrato sino ad oggi di fronte ai problemi dell'integrazione europea due atteggiamenti diversi:in Francia è stata subito scelta una strategia di attacco, nella scia dell'ammodernamento di tutte le professioni, cercando di darsi strumenti migliori,adottando una politica di sviluppo e una politica di apertura;in Italia il notariato ha seguito piuttosto una strategia di difesa dei valori connessi alla funzione pubblica,all'autenticità,ad una sempre più rigida interpretazione della normativa e della deontologia,specie nella parte che distingue il notariato dalle altre libere professioni,col rischio di rendere troppo angusta la sua area di competenza. Questa strategia se da un lato ha conservato al notariato italiano l'immagine di fedeltà alla sua funzione pubblica e di utile collaboratore dello Stato,dall'altra parte non ha stimolato quel processo di aggiornamento professionale in concorrenza con altre professioni che svolgono attività di consulenza in campo giuridico,come avvocati e commercialisti,perdendo quindi del terreno in rapporto a tali professioni sotto il profilo della specializzazione in campo civilistico e soprattutto del diritto commerciale e societario(…). Le diversità dei nostri notariati,come sopra accennate,se viste dall'interno sono abbastanza marcate;sono però,a mio giudizio, secondarie rispetto ai problemi che l'integrazione europea pone a tutto il notariato in generale,soprattutto nella prospettiva delle scelte già fatte o che si stanno facendo in sede legislativa comunitaria(…) È stato detto(…)che stiamo assistendo in Europa in questi anni ad un riavvicinamento dei due principali sistemi giuridici esistenti.Il sistema di diritto civile da una parte e di Common Law dall'altra,stanno convergendo nel senso che il diritto civile accetta(sotto l'influenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea)il principio della cosa giudicata,cioè delle decisioni giurisprudenziali per l'interpretazione della legge;d'altro canto il « Common Law » sta recependo nella propria sfera giuridica delle disposizioni di diritto codificato che in linea generale sono destinate a completare il sistema della « legge della cosa giudicata ». Sotto il profilo della forma, diversi segnali indicano poi che i giuristi anglosassoni stanno riscoprendo l'utilità del documento autentico. Ne consegue che le differenze dei due grandi sistemi giuridici divengono meno importanti di quanto non fossero solo una quindicina di anni fa. Forse più che di un confronto tra sistemi giuridici, ciò di cui dovremmo preoccuparci è il confronto tra diverse mentalità.Occorre conoscere quali sono le nuove scale di valori, diverse dalle nostre tradizionali,sulle quali si sta costruendo l'Europa comunitaria.Questo processo esige per il notaio italiano e per il notaio francese un grosso sforzo di adattamento nel concepire diversamente la propria professione ed il proprio ruolo rispetto a come ha fatto sino ad oggi(…). D'altro canto si stanno sviluppando nuovi istituti negoziali, nuove forme,nuovi diritti,nuovi beni da tutelare.(…) Di qui una prima considerazione conclusiva:se si vuole che la nostra professione progredisca,questa non deve esclusivamente legarsi agli aspetti formali dei negozi e concentrarsi sulle procedure,ma deve tendere ad aumentare il contributo notarile al contenuto della contrattazione e al suo equilibrio tra le parti e curare l'instaurarsi di un rapporto di fiducia con i clienti che di fronte al notaio devono sentire la tranquillità e la sicurezza che deriva dall'autorevolezza del consiglio di un pubblico ufficiale.Una difesa del notariato centrata sulla tutela della forma del documento e sulla obbligatorietà di certe procedure è oggi una difesa di retroguardia perché sarebbe la difesa di un aspetto che obiettivamente ha perso di valore.La circostanza che i giuristi anglosassoni stiano riscoprendo l'utilità del documento autentico,come ho accennato,non cambia il fatto che la forma viene oggi considerata in Europa,nella negoziazione,un aspetto secondario ed accessorio. Quali sono dunque le caratteristiche della nostra professione su cui fare forza,quale valore aggiunto può portare il notariato nella società europea?(…) In una economia di mercato il notariato può porsi come tutore di diritti che non sono quelli generici del gruppo,ma quelli del contraente debole verso quello economicamente prevalente, dell'individuo verso la prevaricazione del gruppo,e cosi della riservatezza del rapporto fiduciario,di un servizio che è si pubblico,ma personalizzato.(…)Una delle critiche che è stata fatta alla politica di Bruxelles è che pare,a volte,che l'unico valore da tutelare sia il basso costo della prestazione,concorrenziale,con un appiattimento della qualità(…)Nell'eccesso di concorrenza si annida un grave rischio per un professionista,quale il notaio,che è delegatario di una parte del pubblico potere,e cioè che il servizio più concorrenziale consista in una più elastica e meno ortodossa interpretazione della legge,in un comportamento disinvolto che fa apparire più rapida e meno costosa una prestazione,rispetto ad altri colleghi,per il solo fatto di essere stata svolta in modo meno rigoroso. Il Notariato può e deve essere espressione di qualità di un servizio pubblico,qualità di cui è molto sentita l'esigenza in un mondo contemporaneo che tende ad assicurare a tutti,anche nel campo della tutela dei diritti,i servizi essenziali,che sono però sempre servizi di massa che privilegiano le esigenze del gruppo rispetto a quelle dell'individuo(…). In conclusione penso che il notariato francese ed italiano debbano porsi due obiettivi. Uno,comune,e che compete ai vertici della professione, è quello di sensibilizzare le Autorità comunitarie sul fatto che il notariato e l'atto notarile, questi sconosciuti,sono strumenti preziosi,(…) e far comprendere che il notariato opera e svolge un ruolo determi-nante nel tessere i rapporti giuridici che supportano lo stato di diritto(…). Un altro obiettivo è invece compito specifico del notariato francese e rispettivamente di quello italiano ed anche di ciascuno di noi(…):credo che sia necessario che i notariati francese ed italiano facciano uno sforzo per migliorarsi e lo possono fare, come sopra detto,ispirandosi ciascuno alla parte migliore dell'altro.”

La trattazione di tematiche relative all’Europa,nei primi anni Novanta,rivestiva naturalmente un ruolo di primaria importanza nel panorama dei possibili argomenti di interesse del notariato italiano in generale e del Comitato in particolare.

Ne è la riprova l’oggetto di studio del Congresso successivo,cui si fa riferimento con toni lusinghieri in un articolo pubblicato su“Il Giornale”nell’ottobre del 1992:“Notai francesi e italiani si confronteranno sui problemi del diritto notarile dei rispettivi Paesi,e sulle prospettive che esso assumerà con l’allargamento delle frontiere europee,nel corso del XIV Congresso del Comitato Franco-Italiano dl notariato ligure e provenzale che avrà luogo a Genova(…),e in cui si discuterà il tema «I nostri notariati e l’Europa.Problemi e prospettive».(…)Dalla metà degli anni Settanta,infatti,Francia e Italia,cui appartengono i migliori esponenti del diritto notarile di tradizione latina,si confrontano costantemente sui problemi comuni(…).”

Gli anni successivi sono caratterizzati da una costante prosecuzione delle attività poste in essere dal Comitato. Tra gli altri eventi si possono ricordare i Congressi organizzati a Saint-Raphaël,nel 1993;Saint Paul de Vence,nel 1996;Lucca,nel 1997;Sommariva Perno-Alba,nel 1999;Santa Margherita Ligure,nel 2005.

L’ultimo convegno organizzato dal Comitato ha avuto luogo a Sainte-Maxime,nel settembre-ottobre del 2006;sotto l’egida dei due Copresidenti,i notai Bechini e Fricker,i relatori hanno affrontato il vasto tema di studio cui era dedicato il Congresso,intitolato“Statut et Fonction du Notaire en France et en Italie”.

Viene di seguito riportato un significativo frammento dell’intervento compiuto dal notaio Marsano,in cui il relatore espone sinteticamente la propria opinione in merito alle problematiche odierne,delineando poi con chiarezza gli obiettivi da perseguire e la strategia per attuarli. (…)Sono molti anni che partecipo alle riunioni di questo comitato,che è promotore ed antesignano del dialogo e della dialettica tra i notariati internazionali,e che tante volte ha operato per il bene comune dei nostri notariati. (…)Stiamo vivendo un momento difficile ed impegnativo in cui i valori,i principi e le ragioni d’essere del notariato sono oggetto di analisi critiche,analisi non tanto motivate da esigenze politiche o sociali,quanto da un desiderio esasperato di globalizzazione. C’è la voglia di adeguarsi ad altri ordinamenti dove vige la “supremazia” sull’etica,sulla solidarietà,sulle regole,su tutto ciò che costituisce i valori fondanti della nostra professione. Ed è proprio per questo che,in questo momento,è importantissima la difesa del notariato latino,dove la solidarietà è il cardine di tutto l’Ordinamento. Diciamo spesso che la tutela ed il rispetto della dignità della persona umana devono prescindere dalle sue possibilità economiche;è proprio questo il concetto di solidarietà che tutti i giorni noi portiamo avanti. In questi ordinamenti dove vengono ridimensionate le professioni(…),l’indipendenza e l’autonomia dei liberi professionisti sono talmente ridotte da porre il lavoratore autonomo alle dipendenze di società multinazionali. Questo è un fenomeno molto grave;il Consiglio Nazionale sta rispondendo in questi giorni,mettendo in evidenza quella che è l’importanza della qualità della prestazione;noi stiamo lavorando sui protocolli.I protocolli sono della regole procedurali per valutare e qualificare la prestazione notarile,e secondo me il futuro del notariato si fonderà sulla difesa di questa qualità,sulla difesa dell’utilità sociale del notariato,perché è innegabile che tutti i nostri clienti,tutti i cittadini riconoscono al notaio una grande importanza. La nostra funzione è un elemento fondamentale sia per la certezza del diritto che per la tutela dei più deboli. Questa breve premessa per dimostrare quanto sia importante che in questo momento tutti i notariati si uniscano per difendere questi valori che oggi vengono messi in discussione.”

 

Francesca Inversini